Il Ministro della Giustizia Atanas Slavov ha impugnato davanti a un collegio di cinque giudici della Corte Amministrativa Suprema (SAC) la decisione di un collegio di tre giudici di non prendere in considerazione il ricorso di Slavov contro l’elezione di Borislav Sarafov a Procuratore Generale ad interim.
Slavov si aspetta che il collegio di cinque giudici rinvii il caso al tribunale di primo grado per una nuova udienza nel merito, oppure che si pronunci nel merito, annullando la decisione della Camera dei procuratori del Consiglio giudiziario supremo (CSM) con cui Sarafov è stato eletto e rinviando il caso al plenum del CSM. In alternativa, se il tribunale di secondo grado ritiene che la Camera dei procuratori del Consiglio giudiziario supremo sia competente a eleggere un procuratore generale ad interim, dovrebbe annullare l’elezione di Sarafov e rinviare il caso per un riesame e una decisione da parte di tale Camera.
La Camera dei procuratori ha eletto Borislav Sarafov procuratore generale ad interim in una riunione straordinaria il 16 giugno, poche ore dopo che il procuratore generale Ivan Geshev era stato licenziato con decreto presidenziale. Il Ministro della Giustizia ha impugnato l’elezione davanti alla Corte Amministrativa Suprema, sostenendo che essa esula dalle competenze della Camera dei Procuratori e dovrebbe essere effettuata dal Plenum del CSM, che elegge il Procuratore Generale. Il collegio di tre giudici non ha preso in considerazione il ricorso in quanto il Ministro non ha alcun interesse legittimo a contestare l’elezione.
Nel suo ultimo ricorso, Slavov sostiene di avere un interesse in quanto il Ministro della Giustizia svolge un ruolo costituzionale speciale come organo supremo dello Stato che ha il potere di attuare l’interazione tra l’esecutivo e il giudiziario e partecipa alla selezione del personale dei magistrati nell’interesse dello Stato. Slavov sostiene di essere stato privato dell’opportunità di esercitare i suoi poteri nell’elezione di Sarafov e di avere un interesse legittimo a sottoporre la questione al tribunale.
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